Il calcio e la musicaSottoculture

I tifosi di calcio e la musica northern soul

In Inghilterra c’è qualcosa che lega i tifosi di calcio e la musica northern soul, da sempre.

Doveroso partire da una frase di Dave Godin che ci piace riportare, specificando che si tratta di un inglese tra i massimi esperti di musica nera al mondo:

I had started to notice that northern football fans who were in London to follow their team were coming into the store to buy records, but they weren’t interested in the latest developments in the black American chart. I devised the name as a shorthand sales term. It was just to say ‘if you’ve got customers from the north, don’t waste time playing them records currently in the US black chart, just play them what they like – ‘Northern Soul’

Fondamentalmente, in questa intervista pubblicata nel libro di Chris Hunt del 2002 The story of Wigan Casino edito da Mojo Collections, Godin afferma che aveva notato che i ragazzi del nord dell’Inghilterra erano attratti dai brani meno conosciuti ed i “side b” dei dischi più che dagli ultimi 45 giri americani. I consumatori del nord, volevano la loro musica, il “northern”, appunto, soul. Dave si accorse di questo vedendo il comportamento dei tifosi delle squadre di calcio del nord dell’Inghilterra in trasferta a Londra e cita questo fatto. Sembra marginale, invece è fondamentale questo passaggio, sia ai fini della nostra deformazione professionale quindi del legame tra musica, tifosi di calcio e sottoculture giovanili, sia proprio lato antropologico e sociologico..oltre che di marketing. Siamo negli anni 70, il movimento mod della capitale è in crisi poichè manca nel rinnovarsi, mentre nel nord del paese c’è il fiorire di una nuova ondata di giovani che gremisce le sale da ballo per divertirsi al ritmi dei grandi della musica nera; nascono quindi i mitici Wigan Casino, il Torch di Stoke on Trent, il Mecca a Blackpool ed il Twisted Whell a Manchester…locali che ancora oggi fanno parlare di se.
In questi anni, come anche nel decennio precedente e quello successivo, era il football a muovere le masse di giovani ed a permettere quindi che venissero in contatto ragazzi di diverse realtà, di città e condizioni sociali di tutt’altro tipo. Lo stadio in se è il posto che più di ogni altro offre a tutti la possibilità di misurarsi con chiunque, perchè, seppur ci siano settori con costi diversi, spesso la fede spinge nel settore popolare i tifosi più caldi che quindi si trovano fianco a fianco pur avendo vite e storie lontane…la trasferta addirittura mette uno di fronte all’altro giovani che provengono da città e culture distanti. Cerca di immaginarti un mondo senza internet, senza i social con poca diretta tv in cui tutto corre lento (scusa il gioco di parole), in cui ogni informazione ci mette tempo, figuriamoci il diffondersi di una moda, di una tendenza…e così le tifoserie, una davanti all’altra, si studiano e cercano di copiarsi, di prendere il bello, l’affascinante, il nuovo. Basti pensare ad una citazione che spesso ho letto e che ho sentito dire più volte qui in Italia come da conoscenti d’oltremanica, in cui si narra di due tifoserie (non starò qui a dirti quali), stavolta però 10 anni dopo rispetto al northern soul, negli anni 80, agli arbori della sottocultura casual degli stadi, che arrivano alla stazione dei treni per picchiarsi, ma l’una abbandona il campo di battaglia, senza combattere; questi tifosi si erano dati per sconfitti esclusivamente per via dello stile nel vestire degli avversari che indossavano tute sportive e capi firmati da brand italiani come Fila, Ellesse e Sergio Tacchini.
Insomma, il tifoso di calcio è veicolo di tendenze sia in campo di vestiario che di musica..di tutto ciò che ha stile infondo. Anche musicalmente infatti, ma questo lo sai già di tuo, forse posso soltanto fartici pensare, alcune tifoserie albioniche studiavano i nuovi cori fatti dagli avversari, per poi rifarli propri; accade anche ora, anzi ora sembra che ciò sia anche talvolta esagerato perchè ci sono le mode che portano un coro ad essere importato da decine di curve già la domenica dopo che viene per la prima volta cantato da qualcuno. All’epoca però per sapere quale era il nuovo coro ad esempio dei blues dovevi andare allo Stamford Bridge o per quello degli hammers ad Upton e così via, perchè non c’era la pay tv per vedere tutte le partite o internet con i video autopubblicati; al massimo le canzoni delle terraces le trovavi solo se compravi la fanzine (che bella parola!) dei gruppi.

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