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I’m forever blowing bubbles, la storia dell’inno degli Hammers

I’m forever blowing bubbles, la storia dell’inno degli Hammers, la squadra di calcio dei martelli incrociati, la working class dell’east end di londra.

Che fascino il WHUFC! Simbolo, storia, colori, tifoseria e legame con la musica del West Ham è troppo tutto questo per un solo club!

Da calcioweb:

..l’inno di una squadra inglese, sicuramente meno titolata e meno blasonata del Liverpool, ma non per questo meno presente nella cultura pop: ci riferiamo al West Ham United, team del Nord di Londra oggetto di diversi film (come Hooligans del 2005) e sostenuto da personaggi celebri come il principe Harry, Steve Harris, Katy Perry e addirittura Barack Obama.

Gli Hammers sono famosi anche per avere una tifoseria tra le più calde d’Inghilterra, anch’essa capace di provocare brividi quando canta il proprio inno. Se assistiamo a un match del West Ham disputato a Boleyn Ground notiamo, durante l’ingresso in campo delle squadre, delle bolle di sapone librarsi verso l’alto e, in sottofondo, una canzone. Quella canzone, intonata a squarciagola, è proprio l’inno della squadra londinese, chiamato, appunto, I’m Forever Blowing Bubbles, ovvero “sto sempre a gonfiare bolle di sapone”.

Come YNWA e altri inni, anche questo “anthem” si caratterizza per la sua curiosa derivazione dai musical americani di inizio ’900. Più precisamente, I’m Forever Blowing Bubbles, musica di John Kellette e parole di Jaan Kenbrovin (fusione pseudonima di James Kendis, James Brockman e Nat Vincent) fa parte della colonna sonora di The Passing Show, prodotto nel 1919, che vede una delle prime apparizioni a Brodway di Fred Astaire.

La canzone divenne una hit durante gli anni ’10 e gli anni ’2o, e arrivò anche in Inghilterra, dove alla fine della seconda decade del XX secolo divenne inno del West Ham. I fatti, risalenti proprio a quegli anni, che hanno provocato l’adozione di questo brano come inno ufficiale degli Irons sono abbastanza curiosi: la decisione di adottarlo è riconducibile al tecnico Charlie Paynter, il quale era stato informato dall’amico Cornelius Beal, preside della Park School, della somiglianza tra Billy Murray, un giocatore della squadra della scuola, e il bambino raffigurato in un dipinto di Millais (nella foto), intitolato Bubbles, a quei tempi utilizzato per la pubblicità dei saponi Pears, il cui jingle era – facile intuirlo – il brano presente in The Passing Show. Lo stesso preside era solito festeggiare le belle prestazioni dei suoi ragazzi cantando proprio I’m Forever Blowing Bubbles, adattando però il testo a ciascun giocatore. Se poi aggiungiamo che Murray fu in prova alBubbles_by_John_Everett_Millais West Ham e che diversi suoi compagni di scuola in seguito indossarono la casacca “claret&blue, non è difficile capire lo “shift” che portò il brano ad essere prima canticchiato dal preside nel campetto della scuola e poi imposto da mister Paynter come inno pre-partita a Boleyn Ground.

I’m Forever Blowing Bubbles è stata anche oggetto di rivisitazioni prevalentemente in chiave punk: la più celebre è quella del Cockney Rejects.

Ecco la traduzione dell’inno, le cui parole non palesano certo un “mood” particolarmente gioviale. Anzi, come molti altri brani usati poi come inni, anch’esso è caratterizzato da una forte malinconia, rappresentata dall’analogia tra le bolle di sapone e i sogni, entrambi caratterizzati dalla loro predisposizione a smaterializzarsi facilmente:

Sto sempre a gonfiare bollle
Belle bolle nell’aria,
Volano così in alto,
Raggiungono il cielo,
E come i miei sogni svaniscono e muoiono!
La fortuna si nasconde sempre,
Ho guardato dappertutto,
Sto sempre a gonfiare bolle,
Belle bolle nell’aria!”

Ecco il coro dei tifosi del West Ham United al Wembley Stadium,il 19 maggio 2012 after dopo il match contro il Blackpool 2-1 nella finale Playoff:

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