Cori da stadio

La sciarpa che io porto al collo | Curva Nord Catania

coro curva nord cataniaTra i cori da stadio più belli c’è questo degli ultras della Curva Nord di Catania e che parla dell’amore per la città, per la squadra.

La tifoseria rossazzurra è nota a tutti per essere tra le più calde della Penisola, seppur con qualche frizione interna.
Ecco la canzone della Curva Nord:

Le parole del coro degli ultras catanesi sono:

La sciarpa che io porto al collo
l’amore per la mia città
la curva comincia a cantare
il coro di tutti gli ultrà
Catania è la squadra che amo
e sempre io la seguirò
nessuno ci potrà fermare
Catania sei l’unico amor

Il testo dei tifosi etnei è bellissimo e colora la musica importante che è stata scelta come base, una melodia che negli stadi italiani è presente da decenni e che accompagna le partite di diverse squadre di calcio.

Avanti ragazzi di Buda:

Così inzia il brano originale dal quale nasce poi il coro da stadio; si tratta di un inno politico a favore della rivolta di Budapest del 1956, dal titolo ELŐRE BUDAPESTI FIÚK (in ungherese). Da una parte viene ricordato come una canzone di estrema destra, ed infatti cantata dai camerati, mentre da un altro viene annoverata tra i brani musicali pacifisti. La canzone, divenne patrimonio della destra dagli anni 70, durante i Campi Hobbit, ma venne introdotta prima in Italia da Pino Caruso al Bagaglino, con un testo che conteneva la parola “compagno” poi sostituita da “camerata”.

Abbiamo parlato anche troppo di politica, cosa che, proprio percheè importantissima, lasciamo fuori da Football a 45 giri, concentrandoci sull’aspetto musicale legato, ovviamente, all’ambito stadio.

Chiudiamo con il video ed il testo di Ragazzi di Buda, versione scolaresca:

Avanti ragazzi di Buda, avanti ragazzi di Pest studenti braccianti operai, il sole non sorge più ad est Abbiamo aspettato una notte, la notte dei cento e più mesi quell’alba radiosa di ottobre, quell’alba dei giovani ungheresi Ricordo tu avevi un moschetto, su portalo in piazza ti aspetto nascosta fra i libri di scuola, anch’io porterò una pistola Sei giorni e sei notti di gloria durò questa nostra vittoria e al settimo sono arrivati i russi con i carri armati. I carri ci spezzan le ossa, nessuno ci viene in aiuto il mondo è rimasto a guardare sull’orlo della fossa seduto. Ragazza non dire a mia madre che io morirò questa sera ma dille che vado in montagna e che tornerò a primavera Compagno il plotone già avanza, già cadono il primo e il secondo finita è la nostra baldanza, sepolto l’onore del mondo Camerata riponi il fucile torneranno a cantare le fonti e allora serrate le file che noi scenderemo dai monti Avanti ragazzi di Buda, avanti ragazzi di Pest studenti braccianti operai, il sole non sorge più ad est.

Lascia un commento