Cile vs Italia 1962, tanta violenza tra pugni, calci e oriundi
1)La partita è ricordata per essere la partita più violenta della storia.
2)L’arbitro ammise che avrebbe dovuto sospendere il match, ma temeva la rivolta del pubblico.
3)Il consolato cileno a Milano è stato sorvegliato per diverso tempo dopo la partita per timore di rappresaglie.
5)David Coleman, telecronista BBC, riassunse così: “Buon pomeriggio. L’incontro a cui state per assistere è l’esibizione di calcio più stupida, spaventosa, sgradevole e vergognosa, possibilmente, nella storia di questo sport.”
Vabbè, ma allora cosa è accaduto in campo quel giorno!?!?!?
I Mondiali del 1962 vengono disputati in Cile, nonostante 2 anni prima il più forte terremoto della storia aveva distrutto la nazione e causato molti morti….gli USA avevano partecipato alla ricostruzione con milioni di dollari…e forse proprio questo investitore volle che i mondiali fossero disputati a tutti i costi (ma non parliamo di politica, che è maglio).
Sembra che anche il Brasile abbia spinto molto per far accettare dalla FIFA la candidatura cilena, per ostacolare quella dell’Argentina, nemica da sempre!
L’Italia finisce nel girone dei padroni di casa ed i rapporti tra le 2 feredazioni, come quelli dei 2 governi si incrinano poco prima del calcio d’inizio della Coppa Rimet.
Corrado Pizzinelli de La Nazione e Antonio Ghirelli del Corriere della Sera scrivono articoli molto pesanti sul Cile e l’organizzazione del mondiale (nota) ed giornali e l’opinione pubblica cilena si scaglia contro l’Italia, già colpevole di utilizzare gli oriundi, cosa non gradita ai sudamericani in generale…ne fa le spese un argentino picchiato perchè scambiato per italiano.
La seconda partita del girone è proprio Cile-Italia, sfida alla quale loro arrivano col dente avvelenato, ma forti una vittoria 3-1 sugli svizzeri, noi tesi per un pareggio con la Germania Ovest.
All’Estadio Nacional di Santiago l’arbitro inglese Ken Aston fa il fischio d’inizio della partita più violenta della storia degli Azzurri e non solo…
Il clima è già teso ed il pubblico fischia ed insulta i nostri.
IL primo fallo fischiato si fa attendere solo 12 secondi e la prima espulsione 7 minutii: Giorgio Ferrini, reagisce ad un fallo, si crea il parapiglia e l’oriundo Humberto Maschio viene colpito con un pugno dal cileno Leonel Sánchez e il direttore di gara non se ne accorge. Ferrini viene accomapgnato fuori dal campo dai militari cileni e Maschio deve giocare 90°con il naso fratturato…non esistono le sostituzioni!
Tra un fallo e l’altro si arriva al 38’ e sempre Leonel Sánchez simula un fallo di Mario David, che lo calpesta; il cileno, figlio dell’ex campione di pugilato Juan Sánchez, rifila un pugno all’azzurro. L’arbitro non se ne accorge.
Poco dopo David si fa giustizio da solo entrando in maniera pericolosa sul cileno. Espulso! Ed accompagnato fuori dai Carabineros!
L’italia in 9, anzi 8 e ½, dato che Maschio ha il naso rotto, prende 2 reti e perde.
Terminiamo questo articolo che parla di storia, violenza e nazionale azzurra di calcio con Martha & The Vandellas e la loro Honey Chile del 1967, un 45 giri soul pubblicato da Gordy (Motown):
Nota: “Il Cile sul piano del sottosviluppo deve essere messo alla pari di tanti paesi dell’Asia e dell’Africa, gli abitanti di quei continenti sono dei non progrediti, questi sono dei regrediti”
“Santiago era il simbolo triste di uno dei paesi sottosviluppati del mondo e afflitto da tutti i mali possibili: denutrizione, prostituzione, analfabetismo, alcolismo, miseria… Sotto questi aspetti il Cile è terribile e Santiago ne è la sua espressione più dolente, tanto dolente che perde in sé le sue caratteristiche di città anonima… Interi quartieri della città praticano la prostituzione all’aria aperta”
“Un campionato del mondo a tredicimila chilometri di distanza è pura follia. Il Cile è piccolo, è povero, è fiero: ha accettato di organizzare questa edizione della Coppa Rimet, come Mussolini accettò di mandare la nostra aviazione a bombardare Londra. La capitale dispone di settecento posti letto. Il telefono non funziona. I tassì sono rari come i mariti fedeli.”